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L'ablazione del tartaro o detartrasi consiste nella rimozione meccanica dei depositi di placca o tartaro dai denti utilizzando uno strumento odontoiatrico che raschia la superficie dei denti eliminandoli ed impedendone l'eventuale stratificazione. Tale procedura, eseguita esclusivamente da odontoiatri o igienisti specializzati, prevede l'utilizzo di uno strumento (curette) che può essere manuale, elettrico o ad ultrasuoni.
Nel paziente pediatrico la frequenza delle sedute di detartrasi è stabilita sul singolo paziente, a seconda della disposizione dei denti (denti affollati creano zone difficili da detergere), della presenza di tartaro, dello stato di salute delle gengive e dei fattori predisponenti, che sono individuali.
Nel caso dei nostri piccoli pazienti, il controllo con l’igienista è normalmente consigliato ogni 6 mesi ma la frequenza può essere maggiore nel caso di bambini particolarmente cariorecettivi o con abitudini alimentari non corrette. Nel caso si preferisce formulare un trattamento preventivo che comprenda, oltre all'igiene professionale, anche la somministrazione di fluoro per via sistemica (pastiglie/gocce) o per via topica (sigillature/applicazione di gel fuorati), l'educazione all'igiene quotidiana (tecnica di spazzolamento corretta) e l'educazione alimentare.
Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica che permette di migliorare il colore dei denti, rendendoli più bianchi. A questo primo tipo di sbiancamento, cosiddetto “cosmetico”, si affiancano altri tipi di sbiancamenti utili per risolvere discromie dentali, anche severe, dovute a patologie sistemiche (per esempio la fluorosi, disordini ematici, etc) oppure agli esiti di terapie con alcuni tipi di antibiotici (ad esempio, le tetracicline).
I prodotti che vengono utilizzati a tal fine contengono principalmente perossido di idrogeno e perossido di carbammide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente. Lo sbiancamento funziona grazie alla liberazione di ossigeno da parte del perossido di idrogeno o di carbammide nel momento in cui viene posto a contatto con i denti. Queste molecole di ossigeno vanno a disgregare le molecole dei pigmenti responsabili della discromia, e dunque rendendole non più visibili. Lo sbiancamento dentale agisce solo sui denti naturali, non agisce su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale.
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